Nel 2025 investire in un impianto fotovoltaico conviene ancora, soprattutto grazie ai bonus e agli incentivi attivi in Italia per privati, condomini e aziende. L’energia solare resta una delle soluzioni più efficaci per abbattere i costi in bolletta, aumentare l’autonomia energetica e valorizzare il proprio immobile. Ma per ottenere il massimo vantaggio economico è fondamentale conoscere quali incentivi sono disponibili e come ottenerli.
In questo articolo scoprirai tutte le agevolazioni previste nel 2025 per l’acquisto e l’installazione di pannelli fotovoltaici, suddivise per categorie: abitazioni singole, edifici condominiali e attività produttive. Troverai anche una guida pratica su documenti, scadenze, modalità di richiesta e confronto tra le principali detrazioni fiscali. Che tu sia un privato o un’azienda, qui troverai tutte le informazioni per risparmiare davvero sul fotovoltaico nel 2025.
Bonus fotovoltaico 2025 per privati
Nel 2025 i privati possono usufruire di diversi incentivi per installare un impianto fotovoltaico, sia su abitazioni singole che su edifici condominiali. Le agevolazioni variano in base alla tipologia dell’immobile e permettono di ridurre significativamente i costi grazie a detrazioni fiscali e vantaggi sull’autoconsumo.
Bonus fotovoltaico privati per abitazioni singole (prima o seconda casa)
Nel 2025, chi possiede una casa singola in Italia ha ancora la possibilità di accedere a interessanti incentivi per l’installazione di un impianto fotovoltaico. Tuttavia, rispetto agli anni passati, la situazione è cambiata: i bonus sono meno generosi, più selettivi e con scadenze ben definite. Per questo motivo è fondamentale informarsi per tempo, soprattutto se si vuole massimizzare il risparmio sull’investimento.
Il principale incentivo attivo anche nel 2025 è la detrazione fiscale del 50%, che consente ai privati di recuperare la metà della spesa sostenuta per l’installazione del fotovoltaico, fino a un massimo di 96.000 euro. La detrazione viene ripartita in 10 rate annuali di pari importo e può essere richiesta da chi installa l’impianto su un edificio residenziale esistente, registrato come prima casa. Per le seconde case, invece, la detrazione è più bassa: 36% su una spesa massima di 48.000 euro. La differenza non è solo percentuale, ma anche strategica: chi sta pensando di installare un impianto su una casa che non è la propria abitazione principale deve tenere conto di un ritorno economico meno vantaggioso.
Per poter accedere alla detrazione, è necessario rispettare alcuni requisiti: i pagamenti devono avvenire con bonifico parlante, ovvero con indicazione della causale, del codice fiscale del beneficiario della detrazione e della partita IVA dell’installatore. Inoltre, entro 90 giorni dalla fine dei lavori è obbligatorio trasmettere una comunicazione all’ENEA con i dati tecnici dell’intervento. Anche l’impianto deve essere destinato all’autoconsumo domestico, e in alcuni casi è richiesto un attestato di prestazione energetica (APE) aggiornato.
Accanto alla detrazione IRPEF, è ancora valida l’IVA agevolata al 10% per le spese relative all’acquisto e alla posa dell’impianto, applicabile solo se l’intervento viene effettuato su un edificio esistente. È invece scomparsa, per effetto delle ultime modifiche normative, la possibilità di accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito: due meccanismi molto utilizzati negli anni precedenti che permettevano di beneficiare del bonus immediatamente, senza attendere la detrazione decennale.
Un’altra opportunità, ma riservata a nuclei familiari con redditi bassi, è rappresentata dal Reddito Energetico Nazionale: un contributo a fondo perduto che copre interamente i costi di installazione dell’impianto fotovoltaico (in genere da 2 a 6 kW) per famiglie con ISEE fino a 15.000 euro, o fino a 30.000 euro in presenza di almeno quattro figli. Questo fondo, gestito dal GSE, ha però una disponibilità limitata e i fondi per il 2025 sono andati esauriti in pochi mesi. Un segnale chiaro di quanto la domanda sia alta e le risorse pubbliche sempre più contenute.
Se guardiamo agli ultimi anni, il quadro è ancora più evidente. Nel 2020, la detrazione al 50% era affiancata da un Superbonus al 110% che, seppur limitato a casi specifici, permetteva di ottenere un impianto fotovoltaico praticamente a costo zero se abbinato a lavori trainanti. Nei due anni successivi, sconto in fattura e cessione del credito erano strumenti centrali per rendere l’accesso ai bonus più semplice e diretto. Ma già dal 2023 si è assistito a una progressiva riduzione delle possibilità, con restrizioni sempre più marcate, culminate nel 2024 con l’eliminazione definitiva della cessione del credito e con un futuro che prevede una graduale riduzione dell’aliquota: dal 50% attuale al 36% nel 2026, poi al 30% nel 2028, fino a un ritorno al 36% dal 2034.
Il messaggio è chiaro: più si aspetta, meno si risparmia. Le condizioni per installare un impianto fotovoltaico restano vantaggiose, ma sono destinate a diventare sempre meno accessibili. Ecco perché il 2025 rappresenta un anno chiave: è l’ultimo con la detrazione piena al 50% e con un margine di risparmio ancora interessante per chi sceglie l’autoproduzione di energia. Non solo: i prezzi degli impianti sono in discesa, la tecnologia è più efficiente, e l’autoconsumo resta il modo migliore per difendersi dal caro bollette.
Bonus impianto fotovoltaico per condominio
Nel 2025 i condomini che desiderano installare un impianto fotovoltaico hanno ancora a disposizione alcuni incentivi fiscali interessanti, anche se meno generosi rispetto al passato. La spinta verso l’autoproduzione energetica collettiva rimane forte, ma è fondamentale muoversi con tempismo, perché alcune delle agevolazioni più vantaggiose stanno per scomparire o sono già in fase di riduzione.
La misura più importante è il Superbonus, che per i condomini è ancora disponibile nella forma ridotta al 65%. Questo incentivo permette di recuperare il 65% delle spese sostenute per installare l’impianto fotovoltaico sulle parti comuni dell’edificio, con un tetto massimo che varia in base alla potenza installata e alla tipologia dell’intervento. È però fondamentale precisare che il Superbonus è accessibile solo se l’intervento viene eseguito congiuntamente ad almeno un’opera cosiddetta “trainante”, come il cappotto termico o la sostituzione dell’impianto di riscaldamento centralizzato. Inoltre, è richiesto che la CILAS sia stata presentata entro il 15 ottobre 2024: se questa condizione non è stata rispettata, l’accesso al Superbonus non è più possibile nel 2025.
In alternativa, è ancora valido il Bonus Ristrutturazione al 50%, valido anche per i condomini. Questo incentivo consente di detrarre il 50% delle spese sostenute per l’installazione del fotovoltaico sulle parti comuni, fino a un massimo di 96.000 euro per unità abitativa. Tuttavia, anche questa agevolazione ha una scadenza: salvo ulteriori proroghe, dal 2026 l’aliquota scenderà al 36% e il tetto massimo scenderà a 48.000 euro. La tendenza normativa è chiara: i bonus sono destinati a diventare sempre meno vantaggiosi con il passare degli anni.
Per ottenere i benefici fiscali, è necessario rispettare alcune regole fondamentali: i pagamenti devono essere effettuati con bonifico parlante, le spese devono essere documentate correttamente e la comunicazione dell’intervento va trasmessa all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Inoltre, l’impianto fotovoltaico deve essere installato su parti comuni e destinato all’autoconsumo condiviso o all’alimentazione di servizi condominiali, come l’illuminazione o gli ascensori.
Guardando agli ultimi cinque anni, si nota chiaramente come il panorama degli incentivi sia cambiato radicalmente. Nel 2020-2021, i condomini potevano accedere al Superbonus 110%, che copriva integralmente la spesa per l’installazione del fotovoltaico, anche con sistemi di accumulo. Era possibile beneficiare dello sconto in fattura o della cessione del credito, rendendo l’accesso agli incentivi estremamente semplice e conveniente. A partire dal 2022, il Superbonus ha iniziato una lenta ma progressiva riduzione: prima al 90%, poi al 70%, fino ad arrivare all’attuale 65%, che rappresenta l’ultima occasione concreta per chi non ha avviato i lavori nei tempi previsti.
Parallelamente, anche gli altri incentivi sono stati ridimensionati. La possibilità di cedere il credito o ottenere lo sconto in fattura è stata eliminata quasi del tutto, salvo eccezioni per soggetti incapienti. I fondi regionali e comunali sono spesso limitati e assegnati a sportello, con esaurimento rapido. Inoltre, il numero crescente di domande rende sempre più difficile ottenere contributi aggiuntivi.
Bonus e incentivi fotovoltaico 2025 per aziende
Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0
Nel 2025, una delle agevolazioni più rilevanti per le aziende che desiderano investire nel fotovoltaico è il credito d’imposta per beni strumentali, previsto nell’ambito del piano Transizione 5.0. Questo strumento consente alle imprese di recuperare parte dell’investimento sotto forma di credito da utilizzare in compensazione fiscale. Ma non è per tutti: l’impianto deve essere integrato nel processo produttivo e qualificarsi come “bene strumentale nuovo”, quindi destinato all’attività d’impresa.
Per impianti fotovoltaici semplici, la percentuale riconosciuta è del 15% su un massimo di 2,5 milioni di euro. Tuttavia, per le imprese che operano in aree svantaggiate o nelle cosiddette Zone Economiche Speciali (ZES), il credito può salire fino al 35%, a patto che l’investimento contribuisca anche alla riduzione dei consumi energetici aziendali. Il credito deve essere richiesto per spese effettuate entro il 15 novembre 2025, ed è fruibile in cinque quote annuali, oppure più rapidamente in caso di liquidità fiscale disponibile.
Per beneficiare del bonus è necessario:
- conservare una relazione tecnica che certifichi l’integrazione dell’impianto nel ciclo produttivo;
- effettuare il pagamento tramite strumenti tracciabili;
- inviare una comunicazione preventiva al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
Questo incentivo è particolarmente vantaggioso per le aziende energivore, che possono rientrare dell’investimento in pochi anni grazie anche al risparmio sui costi energetici. Chi punta a un piano di crescita sostenibile e digitale dovrebbe considerare il fotovoltaico non solo come una spesa green, ma come un asset strategico per aumentare la competitività.
Contributi a fondo perduto e bandi regionali
Nel panorama degli incentivi 2025, i contributi a fondo perduto rappresentano un’opportunità concreta per le aziende che desiderano installare un impianto fotovoltaico senza dover sostenere per intero il costo iniziale. Questi fondi sono erogati sia a livello nazionale che regionale e sono spesso soggetti a bandi a sportello, cioè si esauriscono in ordine cronologico fino all’esaurimento del budget.
Tra i programmi attivi spicca il PNRR – Missione 2, che finanzia l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per le PMI. Il nuovo sportello aperto nel 2025 prevede contributi che coprono fino al 40% dell’investimento, con particolare attenzione per gli impianti integrati con sistemi di accumulo o pompe di calore. I fondi sono disponibili solo fino al 30 novembre 2025, salvo proroghe.
A livello regionale, le opportunità si moltiplicano:
- in Lombardia e Veneto sono stati stanziati milioni di euro per aziende agricole e imprese industriali;
- in Sardegna e Sicilia, i bandi per fotovoltaico sono accessibili anche alle strutture ricettive;
- per le startup innovative e le imprese under 40 in ambito agricolo sono previsti bonus aggiuntivi.
È fondamentale controllare i portali delle Regioni e delle Camere di Commercio locali: ogni bando ha regole e documentazioni specifiche. Generalmente, è richiesta una relazione tecnica dell’intervento, una previsione di risparmio energetico e la presentazione di preventivi dettagliati.
Il vero vantaggio dei contributi a fondo perduto? Non si devono restituire. Ma proprio per questo la concorrenza è alta, e i fondi si esauriscono in fretta. Chi si muove per tempo ha la possibilità concreta di abbattere fino alla metà del costo dell’impianto. Un’occasione imperdibile per modernizzare la propria azienda e ridurre drasticamente i costi in bolletta.
Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) per aziende
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono tra le novità più promettenti nel campo dell’energia condivisa e rappresentano una soluzione intelligente per le aziende che vogliono ridurre i costi e aumentare la sostenibilità. Ma cosa sono? Si tratta di gruppi di utenti – cittadini, imprese, enti locali – che si uniscono per produrre, condividere e consumare energia rinnovabile in modo collettivo, spesso attraverso un impianto fotovoltaico.
Nel 2025, le aziende che partecipano a una CER possono beneficiare di tariffe incentivanti fino a 120 €/MWh, erogate direttamente dal GSE per l’energia condivisa, oltre al normale autoconsumo. In più, è previsto un contributo a fondo perduto fino al 40% del costo dell’impianto se questo viene realizzato in comuni sotto i 30.000 abitanti e registrato entro la fine di novembre 2025.
I vantaggi per le aziende non sono solo economici. Le imprese che aderiscono a una CER:
- accedono a forme di autoconsumo virtuale, riducendo la dipendenza dal mercato elettrico;
- migliorano il proprio rating ESG (ambientale, sociale, di governance);
- possono beneficiare di visibilità e agevolazioni nei bandi pubblici che premiano comportamenti virtuosi.
Per entrare in una CER è necessario: avere un impianto connesso alla stessa cabina primaria degli altri membri, firmare un contratto di condivisione e inviare la documentazione al GSE secondo le nuove regole introdotte nel 2025. Il tempo medio di approvazione è di 60 giorni.
Le CER non sono solo un bonus, ma un nuovo modello energetico. Le imprese che investono oggi in questa forma di cooperazione energetica avranno un vantaggio competitivo non solo in bolletta, ma anche in reputazione, fiscalità e accesso al credito. È la svolta perfetta per chi crede in un’energia più equa, condivisa e stabile.
Come richiedere il bonus fotovoltaico 2025?
Richiedere il bonus fotovoltaico 2025 è un’opportunità reale per tagliare i costi energetici e investire in un futuro più sostenibile, ma per ottenerlo è fondamentale sapere esattamente come muoversi. Non basta installare l’impianto: bisogna seguire un iter preciso, documentare ogni passaggio e rispettare tutte le scadenze previste dalla normativa.
Ecco tutti i passaggi da seguire :
- Richiedi un sopralluogo e preventivo dettagliato da un installatore qualificato. Assicurati che siano indicate le caratteristiche tecniche dell’impianto, i materiali utilizzati e i costi complessivi.
- Verifica la possibilità di usufruire del bonus (50% o altre agevolazioni): controlla i requisiti soggettivi (persona fisica, azienda, condominio) e oggettivi (immobile conforme, impianto a norma).
- Prepara ed eventualmente presenta la CILA/SCIA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) se richiesto per l’installazione dei pannelli solari. In caso di aree vincolate, richiedi le autorizzazioni paesaggistiche.
- Effettua i lavori di installazione del fotovoltaico secondo quanto stabilito nel preventivo.
- Paga tramite bonifico parlante, indicando nella causale:
- riferimento normativo (es. art. 16-bis D.P.R. 917/1986)
- codice fiscale del beneficiario
- partita IVA del fornitore/installatore
- Fai emettere e conserva tutte le fatture relative ai lavori, ai materiali e ai servizi accessori.
- Richiedi l’asseverazione tecnica da un professionista abilitato (solo se necessaria) che certifichi la conformità tecnica dell’impianto e la congruità della spesa.
- Richiedi l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) se l’intervento comporta un miglioramento energetico dell’edificio.
- Registra l’intervento sul portale ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori, tramite la scheda descrittiva online (per lavori conclusi prima del 30 giugno 2025, la scadenza è il 29 settembre 2025).
- Conserva tutta la documentazione: fatture, bonifici, APE, asseverazioni, comunicazioni, autorizzazioni. È obbligatorio tenerli per almeno 10 anni.
- Inserisci la detrazione nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi PF) a partire dall’anno successivo al pagamento delle spese.
- Controlla aggiornamenti normativi e proroghe, soprattutto se i lavori sono previsti a cavallo tra 2025 e 2026, per non perdere l’accesso all’aliquota del 50%.
Come e dopo quanto si ottiene il bonus fotovoltaico 2025?
Accedere al bonus fotovoltaico 2025 non significa ottenere subito un rimborso o uno sconto in fattura, ma beneficiare di una detrazione fiscale, da recuperare nei dieci anni successivi all’intervento. Questo vuol dire che, una volta completata l’installazione dell’impianto e sostenuta la spesa con bonifico parlante, la somma spettante come incentivo si “trasforma” in uno sconto sulle imposte da versare ogni anno, a partire dalla dichiarazione dei redditi successiva. Se, ad esempio, si investono 12.000 euro, sarà possibile detrarre 6.000 euro totali, suddivisi in 10 rate da 600 euro l’una.
Non esistono rimborsi diretti né bonifici dallo Stato al cittadino, e dal 2023 non è più possibile cedere il credito o ottenere lo sconto in fattura, salvo rare eccezioni legate al Superbonus per i condomìni. L’unica modalità ufficialmente attiva nel 2025 è quindi la detrazione IRPEF, disciplinata dall’articolo 16-bis del TUIR. Il vantaggio? Un recupero certo, stabile e garantito, purché si rispettino le regole.
Tutto ha inizio con il pagamento tracciabile e con la registrazione dell’intervento sul portale ENEA, da completare entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Questo passaggio è fondamentale per certificare che l’intervento risponde ai requisiti richiesti per accedere agli incentivi. La detrazione può essere inserita nel modello 730 o Redditi PF dell’anno successivo, anche con l’aiuto di un CAF o di un commercialista.
Chi decide di installare nel 2025, approfitta dell’ultima finestra utile per godere della detrazione al 50%, che dal 2026 scenderà al 36%. Aspettare significa rinunciare a una percentuale più alta. Agire ora, invece, consente di massimizzare l’incentivo, ridurre il carico fiscale futuro e investire con intelligenza nella sostenibilità della propria casa.
Confronto tra i principali incentivi sul fotovoltaico disponibili nel 2025
Ecco il confronto con tutti i bonus di fotovoltaico nel 2025:
Categoria | Incentivo principale | Aliquota / Contributo | Requisiti chiave | Modalità di fruizione | Scadenze |
---|---|---|---|---|---|
Privati (abitazione singola) | Detrazione IRPEF (Bonus Ristrutturazione) | – 50% su prima casa- 36% su seconda casa | Immobile esistente, impianto per autoconsumo, bonifico parlante, comunicazione ENEA | Detrazione IRPEF in 10 anni | 31/12/2025 (poi scende al 36%) |
Privati (ISEE basso) | Reddito Energetico Nazionale | 100% a fondo perduto (2–6 kW) | ISEE < 15.000 € (o <30.000 € con 4 figli), fondo GSE | Contributo diretto (fondo limitato) | Fondo 2025 già esaurito |
Condomini | Superbonus ridotto | 65% (con interventi trainanti e CILAS presentata entro 15/10/2024) | Parti comuni, CILAS, miglioramento energetico, bonifico parlante, ENEA | Detrazione IRPEF (rate annuali) | 31/12/2025 se già in corso |
Condomini (alternativa) | Bonus Ristrutturazione | 50% su spesa max 96.000 €/unità | Parti comuni, autoconsumo condominiale, pagamenti tracciabili | Detrazione IRPEF in 10 anni | 31/12/2025 (poi scende al 36%) |
Aziende | Credito d’imposta Beni Strumentali 4.0 | 15% (fino a 35% in ZES) | Impianto integrato nel ciclo produttivo, relazioni tecniche, comunicazione MIMIT | Compensazione fiscale (F24) | Spese fino al 15/11/2025 |
Aziende (bandi PNRR) | Contributi a fondo perduto | Fino al 40% | Autoproduzione energia, documentazione tecnica, impianti con accumulo o pompe di calore | Contributo diretto (domanda su bando) | Fino al 30/11/2025 (sportello aperto) |
Aziende (CER) | Incentivo GSE + contributo | Fino a 120 €/MWh + 40% contributo fondo perduto | Partecipazione a CER, impianto registrato entro scadenza, cabina primaria comune | Tariffe GSE + contributo diretto | Registrazione CER entro 30/11/2025 |
FAQ
Chi ha già progettato o iniziato l’iter per il fotovoltaico nel 2025 potrà ancora usufruire del bonus al 50%, purché i lavori siano completati e pagati entro fine anno. Dal 2026 la detrazione scenderà al 36%, quindi chi agisce entro il 2025 ottiene un risparmio maggiore. Meglio non aspettare per non perdere l’aliquota più vantaggiosa.
Nel 2025 sono attivi: la detrazione fiscale al 50% per prima casa, al 36% per seconde case; il Superbonus 65% per condomini (con condizioni); il credito d’imposta per aziende; contributi a fondo perduto per famiglie a basso reddito e bandi regionali per aziende. Ogni incentivo ha limiti e requisiti specifici.
Sì, il Bonus Ristrutturazioni consente una detrazione al 50% per l’installazione del fotovoltaico su edifici esistenti, con un tetto massimo di 96.000 euro per unità immobiliare, ma solo per la prima casa. È importante rispettare tutte le scadenze e comunicazioni obbligatorie.
Serve che l’impianto sia su un edificio esistente destinato all’autoconsumo, pagamenti con bonifico parlante, comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla fine lavori, e rispetto delle norme tecniche. Solo così la detrazione è valida e si può recuperare il 50% speso in 10 anni.
Sì, è possibile, ma la detrazione scende al 36% su una spesa massima di 48.000 euro. Questo significa un risparmio minore rispetto alla prima casa, ma comunque interessante per chi vuole investire in sostenibilità anche su immobili non abitati stabilmente.
Il Superbonus 65% è l’incentivo principale, ma è subordinato all’esecuzione di almeno un intervento trainante (come isolamento o impianto di riscaldamento). Se non si rispettano le scadenze, si può comunque accedere al Bonus Ristrutturazioni al 50%, valido per le parti comuni.
Sì, le aziende possono usufruire di un credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0, contributi a fondo perduto tramite bandi regionali e nazionali, e possono partecipare alle Comunità Energetiche Rinnovabili per ottenere tariffe agevolate e incentivi aggiuntivi.
È una detrazione fiscale che permette alle aziende di recuperare una percentuale (dal 15% al 35%) dell’investimento in impianti fotovoltaici integrati nel processo produttivo. Il credito può essere usato in compensazione fiscale, riducendo le imposte da versare.
Per i privati, la detrazione si suddivide in 10 rate annuali di pari importo, da portare in dichiarazione dei redditi. Questo consente un recupero graduale, senza rimborsi diretti o anticipi, ma con vantaggi fiscali certi e duraturi.
L’IVA ridotta al 10% si applica all’acquisto e all’installazione di impianti fotovoltaici su edifici esistenti. È un’ulteriore agevolazione che rende meno costoso l’investimento, purché siano rispettati i requisiti tecnici e fiscali previsti.
Lo scambio sul posto permette di compensare l’energia immessa in rete con quella consumata, migliorando il risparmio. Il ritiro dedicato è la vendita diretta dell’energia prodotta al GSE. Nel 2025 lo scambio sul posto resta un’opzione valida per l’autoconsumo.
Assolutamente sì. Nonostante la riduzione graduale dei bonus, il fotovoltaico garantisce risparmio in bolletta, aumenta il valore dell’immobile e contribuisce alla sostenibilità ambientale. Il 2025 è l’ultimo anno con detrazione al 50% per la prima casa.
Sì, l’integrazione con sistemi di accumulo è incentivata, soprattutto tramite contributi a fondo perduto per famiglie a basso reddito e bandi regionali che premiano l’autoconsumo e la gestione efficiente dell’energia.
Sì, è possibile installare impianti fotovoltaici su terreno o strutture come pensiline, ma la normativa e i bonus possono variare rispetto agli impianti su edifici. È fondamentale verificare i requisiti specifici e la compatibilità con gli incentivi.
Occorre un preventivo dettagliato, il pagamento con bonifico parlante, l’eventuale CILA o SCIA, la comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori, fatture, documentazione tecnica e conservazione di tutta la documentazione per 10 anni.
I bonus si possono combinare solo se non coprono le stesse spese. Per esempio, non si può cumulare il Superbonus con il Bonus Ristrutturazioni sullo stesso intervento, ma si possono usare incentivi diversi per parti distinte dell’edificio o per categorie differenti.
Privati, condomini e aziende con immobili conformi e impianti destinati all’autoconsumo possono richiedere i bonus, purché rispettino i requisiti tecnici, amministrativi e fiscali previsti dalle normative vigenti.
Sì, ma solo se l’intervento comporta un incremento significativo di potenza o efficienza e rispetta i requisiti di legge. Anche in questo caso bisogna seguire la procedura completa, inclusa la comunicazione ENEA.
Il bonus resta valido anche in caso di vendita, ma la detrazione si trasferisce al nuovo proprietario solo se previsto contrattualmente. È consigliato informarsi bene e indicare la situazione nell’atto di compravendita.
Attualmente no, i bonus sono riservati a chi acquista e installa l’impianto. L’affitto o leasing non danno diritto alle detrazioni fiscali, anche se ci sono alcune agevolazioni specifiche per il noleggio di sistemi energetici in ambito aziendale.
Puoi richiedere un preventivo per l’impianto fotovoltaico con bonus 2025 in modo facile, gratuito e immediato su Fotovoltaicopop.it. Il sito ti permette di confrontare offerte personalizzate di installatori qualificati, tenendo conto di tutti gli incentivi attivi, così da avere subito un’idea chiara dei costi netti e dei risparmi possibili. Richiedere un preventivo su Fotovoltaicopop.it è semplice e veloce, senza impegno, ideale per chi vuole approfittare degli incentivi in modo trasparente e sicuro.